Il Giappone, in ogni luogo, tempio o evento storico, è intriso di miti e leggende che rendono il paese nipponico estremamente affascinante e suggestivo. La mitologia giapponese non è qualcosa di etereo ma al contrario si caratterizza per la sua “umanità”: le divinità o kami non simboleggiano i classici ideali di giustizia, saggezza, bellezza e verità ma sono estremamente umanizzate, con le loro personalità che le portano ad amare, a soffrire, a cospirare tra loro e a guerreggiare tra loro. Alla base della mitologia giapponese c’è senza dubbio lo shintoismo, secondo il quale la morte non pone fine alla vita ma segna solo il passaggio in una forma di esistenza tanto misteriosa quanto immateriale ed evanescente. Secondo gli shintoisti inoltre tutto, dagli umani agli animali, dagli elementi naturali ai semplici oggetti, posseggono uno spirito e non a caso nel panorama mitologico nipponico si contano all’incirca 1000 tipologie di yokai, spiriti o demoni che sono i protagonisti del caratteristico folklore giapponese.
Le leggende e la mitologia giapponese sono popolate da figure che caratterizzano ancora oggi il folklore nipponico: si tratta degli yokai, demoni o spiriti molto spesso malvagi ma che, se impossessati da divinità benevole, si rivelano tutt’altro che pericolosi. Di solito, secondo le leggende, si tengono ben lontani dagli uomini ma se c’è una stagione in cui possono rivelare maggiormente la loro presenza, quella è l’estate, essendo figure legate all’elemento del fuoco.
Gli yokai più famosi e terrificanti sono gli Yurei, ovvero gli spiriti rancorosi che tornano dal
regno dei morti per infestare un luogo o cercare vendetta. Hanno le sembianze di quando erano in vita, ma il loro volto è celato da una chioma sinistramente liscia e lunga. Fluttuano e a volte appaiono, a chi ha la sfortuna di avvistarli, come essere iridescenti.